Ricordando il terremoto del Belice, la ricostruzione ed i nuovi paradossi

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Ieri sera, rappresentando il Comune di Menfi alla calorosa fiaccolata organizzata a Montevago per la commemorazione del 49° anniversario del terremoto del Belice, sono stato colpito dalla partecipazione e soprattutto dalla volontà delle persone di non voler dimenticare.

Un ricordo che continua non solo per le iniziative organizzate, che lasciano un segno vivo alle nuove generazioni, ma anche per il fatto che non si è conclusa ancora, dopo 49 anni, la ricostruzione.

Lasciando da parte quest’ultima criticità, ieri sera è stata anche l’occasione per dare risonanza alla questione licenziamenti Calcestruzzi Belice dopo la diffida a proseguire l’attività aziendale notificata dall’agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Un fallimento per 27mila euro!

Come sempre di spessore e profonde sono state le parole del cardinale Francesco Montenegro che con un’umanità disarmante, oltre a ricordare le vittime del terremoto, sul tema licenziamenti ha detto: “Sono in difficoltà perché c’è la cattedrale da costruire e tante storie. Però ritengo che in una famiglia quando c’è una situazione simile, se si possono salvare gli 11 posti di lavoro, l’indignazione si accompagna alla solidarietà. Anche don Ciotti ha pensato di dare la cifra per colmare. Quindi, raggiungeremo e daremo la cifra per riprendere il cammino e togliere questo fantasma che occupa il cuore delle famiglie dei lavoratori. Non so quali sono le vie legali per queste cose, ma insieme qualcosa la possiamo fare”.

La problematica non è di così facile soluzione ma fanno riflettere queste parole semplici e dirette a far comprendere il paradosso che stanno vivendo le 11 famiglie dei lavoratori licenziati per una sbadata gestione dello Stato. Un paradosso come la ricostruzione non ancora terminata  nella Valle del Belice!